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    Vista della Diga di Mignano con la neve

    La Diga di Mignano con la neve - @Gianfranco_Sidoli

    Quando fa freddo possiamo dedicarci ad attività che con il caldo risultano più faticose, come certe esperienze enogastronomiche, certe camminate, certe visite al chiuso.

    Com’è degustare una verticale di Vin Santo quando ci sono 36 gradi? O chiudersi in un museo quando fuori il cielo è blu? Sul sorbire un piatto di anolini fumanti ad agosto, sapete già come la pensiamo, noi lo si fa, ma i turisti come se la cavano? Insomma, l’inverno ha i suoi innegabili vantaggi. Ecco dunque alcune idee per trascorrere un weekend in Alta Val d’Arda anche nei mesi più freddi.

    Indice dei contenuti

    • 1. Respira l’inverno camminando sui sentieri
    • 2. Segui il Medioevo
    • 3. Metti le gambe sotto al tavolo
    • 4. Cerca i fossili… al museo
    • 5. Degusta in cantina
    • +1 Vivi gli eventi

    1. Respira l’inverno camminando sui sentieri

    L’Alta Val d’Arda è ricca di sentieri che si snodano tra boschi e valli. In inverno, quando i rami degli alberi cedono le foglie, offrono un panorama speciale, che esalta i profili dei monti e sottolinea la punteggiatura dei borghi. Il gruppo EVA organizza escursioni guidate anche durante i mesi più freddi, spesso seguite da una merenda o un allegro brindisi ristoratore. Segui la loro pagina Facebook e iscriviti al gruppo WhatsApp per sapere in tempo reale il programma del mese.

    Chiediamo a Barbara Vascelli qualche consiglio per itinerari alla portata di tutti.

    “Il Parco del Monte Moria anche in questa stagione offre scorci di grande bellezza. Ci sono alcuni sentieri facili e percorribili agevolmente anche in inverno. La presenza di due rifugi – sono vicini tra loro e facilmente rintracciabili perché la Provinciale 23 che attraversa il parco li incontra nel punto più alto– offre ristoro per un pranzo a base di cucina piacentina, una merenda o qualcosa di caldo.

    Un percorso molto facile – anello di circa 5 km e dislivello di 150 mt. – si snoda partendo dal Rifugio del Parco. Dal parcheggio segui a destra il cartello CAI 909A verso il “Prato delle Lame” e percorri il sentiero che ti conduce alle pendici del Monte Rovinazzo (CAI 909 prima e CAI 915 poi). Lasciando il monte alla tua destra, al primo bivio imbocca a sinistra il sentiero CAI 911 in direzione “Madonna del Monte”: se il cielo è terso, puoi deviare brevemente dal tracciato per godere di alcuni panorami molto belli sul Parco e sulla Val Chero. Proseguendo, poco lontano dal tuo percorso, vedrai apparire l’oratorio della Madonna del Monte, che si raggiunge in pochi minuti. Da lì imbocca la strada asfaltata a destra e ritorna al rifugio del Parco Provinciale.

    Se nevica, è invece molto suggestivo e divertente andare con amici e bambini al Santuario di Santa Franca: la distesa attorno alla chiesa completamente imbiancata è uno spettacolo assoluto. Il ristoro più vicino è nei locali di Prato Barbieri.

    Il consiglio è sempre quello del buon senso: indossare calzature e abbigliamento adeguato – con un ricambio in caso di pioggia o neve – e portare con sé un thermos di bevanda calda.”

    I più allenati potranno ovviamente percorrere con le dovute accortezze anche i sentieri più impegnativi: se ti interessa, qui trovi un approfondimento sulle escursioni.

    Escursione invernale al parco provinciale
    Escursione invernale al parco provinciale – @Gruppo_Escursionistico_EVA
    Neve a Santa Franca Morfasso
    Neve a Santa Franca, Morfasso

    2. Segui il Medioevo

    Il medioevo ha lasciato in Alta Val d’Arda una forte impronta, che puoi facilmente ritrovare nei suoi borghi più famosi. A Castell’Arquato, il centro storico ben conservato è una tappa obbligata. Scopri la Rocca, simbolo dell’intera vallata, con le possenti torri quadrate, i merli a coda di rondine, i tre ponti levatoi: puoi salire fino in cima e ammirare dall’alto la piazza e la valle dell’Arda tutt’attorno. Visita la Collegiata, con l’austera facciata in arenaria locale punteggiata da tracce di fossili. Un irrinunciabile divertimento per i bambini è quello di fare a gara a chi avvista più conchiglie incastonate nelle sue pietre.

    Seguire le tracce medievali ti porta a Vigoleno. Sali le scale del mastio per esplorare i suoi quattro piani, accedere al camminamento di ronda e alla terrazza finale, da dove si gode una vista spettacolare sulle colline del Parco dello Stirone e sull’interno del borgo. Prosegui la tua esperienza visitando la pieve di San Giorgio: il portale d’ingresso con l’arco a tutto sesto e la strombatura, il bassorilievo con San Giorgio che uccide il drago, le colonne interne con i meravigliosi capitelli del XII secolo disegnano un quadro di grande suggestione.

    Se viaggi con bambini e vuoi far scoprire loro il borgo in maniera divertente, scarica la app QuickMuseum e cerca Vigoleno tra i punti di interesse: dovranno sconfiggere un drago per conquistare il castello, in un’avventura coinvolgente arricchita da ben 13 audioguide.

    La facciata della Collegiata a Castell'Arquato - Piacenza
    La facciata della Collegiata a Castell’Arquato – @Mara_Fanchini

    3. Metti le gambe sotto al tavolo

    Alta Val d’Arda, Piacenza, Emilia, serve altro? Già questo è un biglietto da visita per sapere cosa potrai trovare a tavola. La cucina locale è sicuramente amica del clima rigido: salume e chisolini, paste ripiene e in brodo, bolliti e arrosti si gustano in abbondanza quando fuori fa freddo e si può indugiare a tavola senza senso di colpa alcuno.

    Moltissimi sono i ristoranti, le trattorie e gli agriturismi che servono cucina locale. Nell’elenco dei primi gli immancabili sono gli anolini in brodo, piatto tipico anche del pranzo di Natale, qui doverosamente con ripieno di formaggio; tortelli con ripieno di ricotta e spinaci, con la coda alla piacentina o quadrati; pisarei e fasò, gnocchetti di pane e farina con sugo di fagioli. In questa stagione potrai facilmente trovare tortelli di zucca e formaggio – non sono dolci come quelli mantovani – e tagliatelle ai funghi. Tra i secondi, coppa arrosto, arrosti di selvaggina, trippa con fagioli bianchi, costine di maiale e molto altro.

    Molte sono le botteghe per acquistare prodotti tipici come salame, coppa e pancetta da affettare, pattona (tortino morbido a base di farina di castagne), Torta di Vigolo, ciambelline, funghi secchi, torta di patate.

    Salame piacentino e chisolini

    4. Cerca i fossili… al museo

    Tutta la zona è un giacimento a cielo aperto di reperti fossili che permettono di ricostruire la storia evolutiva del bacino padano, così non è strano che a Castell’Arquato, nel cinquecentesco edificio dell’Ospitale Santo Spirito, abbia sede un ricco museo geologico.

    Accanto all’abbondante fauna fossile del Piacenziano (terreni di origine marina di età compresa tra 3,5 e 2,5 milioni di anni fa), il museo espone diverse collezioni che permettono di conoscere la storia di questa zona, da quando era completamente occupata dal mare fino alla comparsa dell’uomo. Le star dell’esposizione sono indubbiamente i maestosi resti di balenottere e delfini, un cranio di rinoceronte e alcune parti scheletriche di orso.

    Oltre a questo, sono molti i musei da visitare in Alta Val d’Arda e tutti peculiari: il curioso, benché non appassionato, troverà pane per i suoi denti. A Vigoleno si trova il bizzarro Museo degli Orsanti, artisti di strada e ammaestratori di animali, che tra XVIII e XVIX secolo portarono in giro per piazze e per cascine i propri spettacoli.

    Sperongia di Morfasso ospita invece il Museo della Resistenza Piacentina , che raccoglie una ricca documentazione, cimeli, testimonianze video e filmati d’epoca.

    Castell’Arquato dedica a Luigi Illica, librettista dell’epoca post-verdiana ed esponente della scapigliatura milanese, il museo che racconta la sua vita e le sue opere attraverso i testi per il teatro e i libretti d’opera, le lettere, le fotografie, i costumi di scena.

    Sempre a Castell’Arquato puoi visitare il Museo della Collegiata, al quale si accede tramite il bel chiostro con il loggiato costruito tra ‘400 e ‘500. Dipinti sculture argenterie arredi codici tessuti narrano la storia della pieve e di altre chiese della zona.

    I fossili incastonati nelle abitazioni di Castell’Arquato
    Il Museo Geologico Cortesi di Castell’Arquato

    5. Degusta in cantina

    Si conosce e apprezza la cultura di un territorio anche tramite il suo vino, ed è un modo molto piacevole per farlo. Oltre ai vini DOC Colli Piacentini, come Gutturnio Ortrugo Malvasia Bonarda e Barbera, una menzione speciale meritano le due DOC autoctone, il Monterosso Val d’Arda e il Vin Santo di Vigoleno.

    Il Monterosso Val d’Arda prende proprio il nome da una collina alle spalle di Castell’Arquato. Deriva, tra le altre, da uve di Malvasia di Candia, Moscato, Ortrugo e Trebbiano: è un vino leggero, profumato, ideale per una merenda, un aperitivo o a fine pasto.

    Un’altra importante DOC della zona è il Vin Santo di Vigoleno, da uve antiche e autoctone del piccolo territorio del borgo medievale. A temperatura ambiente è perfetto con i dolci secchi, servito più fresco accompagna deliziosamente i formaggi stagionati. Passito e invecchiato (minimo 5 anni) è un eccellente vino da meditazione.

    Degusta, scopri, confronta le nostre DOC nell’Enoteca Comunale di Castell’Arquato, nell’Enoteca in Torricella dove ha sede l’Associazione dei Produttori di vino della Val Chiavenna, nell’Enoteca dei Produttori di Vin Santo a Vigoleno o in una delle tante cantine della zona.

    I vini piacentini

    +1 Vivi gli eventi

    La programmazione di eventi non si ferma durante l’inverno, anche se comprensibilmente rallenta. Nel periodo di Natale ci sono mercatini, concerti e presepi: arricchisci la tua esperienza di visita partecipando gli eventi.

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